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La Svezia vuole costruire nuove centrali nucleari, nonostante più di 40 anni fa abbia deciso di chiuderle

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Il Parlamento svedese ha dato al governo di destra il via libera per il nucleare, con l’obiettivo di costruire nuove centrali in un Paese che, più di 40 anni fa, aveva votato per l’abbandono graduale dell’energia atomica.

Quando la Svezia abbandonò il nucleare?

Più di 40 anni fa la Svezia votò per l’abbandono graduale del nucleare, dopo l’incidente alla centrale statunitense di Three Mile Island nel 1979. 

La scelta arrivò a seguito di un referendum, che prevedeva come scelte possibili solo tre no all’energia atomica, senza alcuna possibilità di esprimersi a favore. 

Una larga maggioranza degli elettori voleva portare a termine i reattori in costruzione, ma il Parlamento, decise l’anno successivo che nessun’altra centrale sarebbe stata costruita, e che l’addio definitivo al nucleare sarebbe dovuto arrivare entro il 2010.

Ma nel 2005, un sondaggio di opinione su un campione di 1.027 persone, mostrò che l’83% sperava in realtà per il mantenimento o l’incremento della produzione di elettricità da questa fonte energetica, e un altro sondaggio, dello stesso anno, evidenziò invece che il 94% degli intervistati avrebbe voluto che la centrale appena chiusa fosse rimasta in funzione. 

La situazione oggi nel Paese scandinavo

Con gli anni la situazione è cambiata, e le porte all’energia atomica sono state riaperte. Ad oggi, nel Paese scandinavo la nuova coalizione di destra sostiene che avere nuovi reattori potrebbe essere importante nell’alimentare il passaggio a un’economia priva di combustibili fossili. 

Il nuovo obiettivo del governo: avere il 100% da rinnovabili

Già in Svezia il 98% dell’elettricità viene adesso generata dall’acqua, dal nucleare e dall’eolico, ma si vuole arrivare al massimo, ed è per tale ragione che è stato anche modificato l’obiettivo del governo: dal produrre il 100% di elettricità senza fossili all’avere il 100% da rinnovabili, raggiungendo le emissioni nette zero entro il 2045, quindi ancor prima di quanto fissato dall’Ue. 

L’azienda statale Vattenfall, infatti, sta valutando se costruire o meno due piccoli reattori modulari, e se estendere il ciclo di vita di quelli già esistenti, nonostante ci siano ancora quegli oppositori che ritengono che si tratti di una fonte energetica troppo costosa e poco sicura. 

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