In occasione dell’inaugurazione del Cyber Harbour, Energia Italia News ha intervistato Carlo Bozzoli, Head of Global Digital Solutions di Enel.
“Con quale ambizione Enel ha dato il via al Cyber Harbour?”
“Abbiamo l’ambizione, intanto, di dare al Paese un ruolo anche su questo tema, che oggi è appannaggio di altre Nazioni. Vuoi perché ne abbiamo bisogno dal punto di vista del fatto che il mercato delle competenze è scarso e corto, perché pensiamo che come Enel abbiamo casi d’uso concreti da applicare sulle nostre infrastrutture, delle quali possono beneficiare altre aziende come noi, nel territorio, e altre aziende come noi, se parliamo di Europa (considerando la rilevanza geopolitica che ha questo tipo di tema). Ma soprattutto per aiutare anche il mondo dell’accademia a sviluppare programmi che si rivolgono a casi d’uso concreti, a tematiche concrete, sperando che anche altri settori industriali con le nostre stesse problematiche, possano unirsi a noi e questo sia un luogo d’incontro, di confronto e soprattutto di scambio. […]
“Enel gestisce infrastrutture critiche per l’energia sempre più spesso oggetto di cyber attacchi. Come metterle meglio in sicurezza dal punto di vista cibernetico?”
La sfida per la protezione di perimetri critici degli operatori di servizio essenziali è tecnologica, fortunatamente. Oggi siamo in un contesto di grande ricchezza e trasformazione tecnologica e digitale. Il tema è di consapevolezza, per cui la tecnologia c’è, è matura, è disponibile, e se vogliamo anche a basso costo. La barriera non è economica, la barriera è culturale e di postura. Nel senso che il livello di consapevolezza sull’importanza di questi temi purtroppo è poco diffuso. Questo luogo serve anche a questo […]