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Al via la centrale termoelettrica di Maghera Levante, ma ancora lontani dagli obiettivi net zero

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Edison ha inaugurato la centrale termoelettrica di Maghera Levante (Venezia), la prima  in Italia ad utilizzare gas naturale miscelato con idrogeno. Benché i progressi ottenuti con un ammodernamento del valore di 400 milioni, siano tangibili in tema di riduzione delle emissioni, l’impianto può essere considerato solo parzialmente un traguardo in fatto di decarbonizzazione, dipendendo ancora in tutto e per tutto dall’impiego di combustibili fossili.

Una potenza installata pari a 780 MW

Definita “una delle centrali termoelettriche più efficienti al mondo”, in grado di abbattere fino al 70% delle emissioni di azoto, ma solo del 30% quelle di CO2, la nuova centrale di Maghera Levante (Venezia) è la prima del suo genere in Italia. L’impianto realizzato da Edison contempla, infatti, l’impiego di una nuova turbina (GT36)  tecnologicamente pronta anche per l’utilizzo dell’idrogeno (verde?) in miscela con il gas naturale. L’infrastruttura ha una potenza installata pari a 780 MW con un rendimento energetico del 63%, sicuramente il più alto reso disponibile oggi dalla tecnologia esistente. Tuttavia, si parla ancora di produzione “low carbon” (e non carbon free), ben lontana dal concetto di generazione elettrica da fonti rinnovabili e, dunque, dagli interventi di cui il Paese avrebbe davvero bisogno.

Un investimento complessivo di 400 milioni 

Si tratta ovviamente di un importante traguardo sul fronte della sicurezza del sistema energetico italiano, grazie a una produzione altamente flessibile, che compensa l’intermittenza delle rinnovabili, cercando di offrire un apporto, se pur minimo, al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati dal PNIEC. I lavori di cantiere hanno avuto una durata complessiva di 4 anni, impiegando fino a 1.000 maestranze durante le fasi di picco e 250 imprese fornitrici, per un investimento complessivo di circa 400 milioni di euro. In grado di assicurare una riduzione delle emissioni di ossidi di azoto (mg Nox/kWh) e di quelle di anidride carbonica, l’impianto dovrebbe soddisfare il fabbisogno annuale equivalente di circa 2.000.000 di famiglie.

Idrogeno e gas naturale, perché non si può parlare di produzione green

Il nuovo ciclo combinato a gas naturale a Marghera Levante,  è composto da una turbina da 515 MW, classe “H” di Ansaldo Energia, tecnologicamente pronta per l’impiego di idrogeno fino al 50% in miscela, un generatore di vapore a recupero (GVRA) con all’interno un sistema catalitico di riduzione degli ossidi di azoto (SCR) e una turbina a vapore da 265 MW (TVB). È chiaro che l’utilizzo di fonti fossili come il gas, non faccia classificare la struttura come carbon free, ma l’intervento di ammodernamento (che ha comportato lo smantellamento dei turbogas e la razionalizzazione dei volumi, riducendo i camini da 5 agli attuali 3) avrà un impatto migliore in termini di sostenibilità.

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