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Case green: quanto consumano gli immobili? ISEA è il nuovo indice per l’efficientamento. La ricerca ENEA

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In Italia, dove la riqualificazione residenziale resta ancora il principale strumento di efficientamento energetico in campo edilizio, il ruolo dei materiali utilizzati è centrale. Il nuovo Indice ISEA, studiato dall’ENEA per calcolare l’isolamento termico degli edifici, è il prodotto di una valutazione combinata in termini energetici, economici e ambientali degli isolanti impiegabili.

Il risparmio energetico ottenibile con la riqualificazione edilizia

Di tutti gli interventi di efficientamento energetico in campo edilizio, l’isolamento termico resta, finora, la principale strategia per ridurre il fabbisogno energetico complessivo. L’Italia conta attualmente più di 31 milioni di unità immobiliari, per lo più in condomini, di cui oltre l’80% è stato costruito prima del 1991, e poco più del 65% prima del 1976. Il maggior numero di abitazioni (circa il 48%) si trova nelle zone climatiche più fredde, circa il 45% nelle zone temperate, mentre meno del 9% in quelle più calde.

Consumi energetici nazionali

Secondo i dati diffusi dall’ENEA, le abitazioni residenziali, ad oggi, sono responsabili di oltre 30 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) del consumo energetico nazionale (43% della domanda di energia primaria in Italia nel 2020) anche se, grazie alla direzione intrapresa dall’Unione europea e alle politiche favorevoli agli interventi di riqualificazione residenziale, si è registrato un risparmio energetico cumulato di circa 1,3 Mtep. 

Il nuovo indice ISEA per calcolare l’isolamento termico

Un nuovo indicatore per calcolare l’impatto energetico dei materiali utilizzati per l’isolamento termico degli edifici. L’Indice di Sostenibilità Economica e Ambientale (ISEA) è stato studiato ed introdotto dai ricercatori dell’ENEA, dopo aver effettuato simulazioni sugli edifici delle 60 città italiane più rappresentative per numero di abitazioni, popolazione e caratteristiche climatiche. 

L’impatto energetico degli isolanti naturali

Per definire l’efficientamento energetico di un edificio, l’ENEA ha adottato un approccio di economia circolare, prendendo in maggiore considerazione materiale bio-based,  generalmente poco utilizzato negli interventi di riqualificazione perché più costoso rispetto agli equivalenti sintetici. 

“Gli isolanti naturali sono meno utilizzati a causa del loro costo elevato, pur avendo un minor impatto ambientale durante tutto il loro ciclo di vita che, a seconda della zona climatica, può assumere valori compresi tra 1,2 e 2,2 kg di CO2 equivalente/m2, fino a 4-10 volte inferiori rispetto ai più comuni materiali sintetici che invece hanno valori compresi tra 4 e 20 kg” ha spiegato Flavio Scrucca, ricercatore ENEA presso la Sezione Supporto alle Attività di Economia Circolare.

L’impatto economico calcolato sul fabbisogno energetico 

Quando si parla di impatto economico, inteso come rapporto tra il costo dell’investimento iniziale e il conseguente risparmio derivante da minori consumi nel tempo, i materiali bio-based hanno un valore più alto in ogni zona climatica per via del maggior costo iniziale stimato. Tuttavia, l’indice ha permesso di evidenziare come, sia per l’aspetto economico che per quello ambientale, il rapporto costi-benefici di questi materiali cresca con l’aumentare del fabbisogno energetico degli edifici, soprattutto nei climi più freddi, risultando paragonabile a quello dei tradizionali materiali isolanti.

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