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Comparto Energia ed Utilities sotto attacco cyber

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Nel Rapporto Clusit “Energy & Utilities”, il primo trimestre 2023 segna l’incremento di attacchi cyber. L’Europa vanta il 45% delle incursioni, l’Asia l’11%, le Americhe il 44%: la crescita è continua

La tendenza: gli attacchi cyber al raddoppio negli ultimi quattro anni

Il settore energia ed utilities sembra sempre più immergersi in una guerra asimmetrica: almeno secondo il Rapporto Clusit “Energy & Utilities”, con dati riferibili al primo trimestre dell’anno in corso. Di più: in continua e lineare crescita, gli attacchi cyber indicano per questo ambito una tendenza che segna il raddoppio negli ultimi quattro anni. Per i protagonisti del settore, infatti, ecco registrato un picco di attacchi del 56% nel 2020 rispetto al 2019, mentre l’incremento 2022 rispetto al 2021 è stato del 20%, in linea con il trend mondiale.

Aggressioni meno costanti e prevedibili per il settore

Secondo gli analisti Clusit, in questo settore le incursioni si rivelano molto meno costanti e prevedibili rispetto alla tendenza complessiva degli attacchi cyber. Analizzando i rischi cyber per l’energetico, e sostenendo di affrontarli tramite approccio olistico con i protagonisti del mercato, per il primo trimestre 2023 Clusit sottolinea il raddoppio delle aggressioni a matrice hacktivism rispetto all’anno scorso.

Azioni finalizzate al cyber crime

Come per altri ambiti, le azioni contro Energy & Utilities sono compiute maggiormente con finalità di cyber crime, ben il 78% del totale nel predetto trimestre 2023, rispetto al 70% del 2022. Gli obiettivi sono quindi meramente economici, legati alla diffusione degli attacchi ransomware. Il malware rappresenta la principale causa di attacco (78% di quelli complessivi), in crescita del 66% in valore assoluto rispetto al 2022. Stupefacente il dato delle Americhe, che segna l’incremento dal 28% al 44% sul campione di analisi, nello stesso arco temporale.

Cresce anche il fattore d’impatto critico

Nello stesso periodo, inoltre, exploit di incidenti con impatto critico. Nel 2022 erano oltre il 50%, oggi quasi due terzi del totale, mentre completamente assenti gli attacchi a basso impatto. Quel che appare coerente, secondo Clusit, è la linea di tendenza complessiva, fattore che emerge nitidamente considerando l’incremento di aggressioni contro il settore energy e utilities: inevitabile considerare, quindi, la relazione a scenari geopolitici dell’ultimo anno e, in particolare, alla crisi russo-ucraina.

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