Sull’International Journal of Hydrogen Energy è stato pubblicato lo studio di un team di ricercatori internazionali su un nuovo metodo per stoccare e trasportare l’idrogeno in modo più semplice ed economico.
L’aria solida per risparmiare: il metodo SAHL
L’idrogeno si sta sempre più facendo strada in quelli che sono gli obiettivi europei di decarbonizzazione e incremento delle rinnovabili. Si tratta però di un carburante che non è facile da immagazzinare e trasportare, e che comporta dei costi troppo alti e delle tecniche non semplici da applicare.
Lo stoccaggio può essere eseguito sia nello stato liquido che in quello gassoso, ma in ogni caso, con le attuali tecnologie, immagazzinare H2 risulta essere comunque troppo pesante da sostenere economicamente.
Raffreddare il combustibile, per poter garantire i passaggi da uno stato all’altro della materia, è un processo dispendioso anche dal punto di vista energetico: occorrono circa 13 kWh per chilogrammo, ovvero circa il 30% dell’elettricità accumulata.
Per ovviare a questi problemi e risparmiare sui costi, un team internazionale di ricercatori ha scoperto che, sfruttando le proprietà dell’aria solida, è possibile consumare meno energia, ma non solo. Il processo è stato chiamato infatti ‘Liquefazione dell’idrogeno in aria solida’, o più semplicemente SAHL.
Come funziona
A temperatura molto basse, di -253°C, sia l’azoto che l’ossigeno, i due principali componenti dell’aria, si congelano e diventano solidi. I ricercatori hanno visto che, la rigassificazione dell’idrogeno (dallo stato liquido allo stato gassoso) potrebbe essere un modo più semplice per produrre aria solida, che potrebbe poi essere purificata e trasportata alla fonte di H2 gassoso e utilizzata per liquefarlo.
I vantaggi: ridurre costi e consumi
L’idrogeno verde liquefatto viene poi trasformato nuovamente in gas, creando sempre aria solida nel processo. In questo modo si ricicla l’energia di raffreddamento utilizzata lungo la catena di fornitura della liquefazione, e questo permette di trarre grandi vantaggi: si risparmia elettricità e si riducono costi e consumi.
Il team ha anche calcolato che, l’uso di azoto solido, potrebbe ridurre l’energia necessaria per liquefare l’idrogeno del 25,4%. L’ossigeno invece, sempre nello stesso stato della materia, potrebbe abbassare il fabbisogno energetico del 27,3%, ed essere utilizzato per rendere la combustione dell’H2 più efficiente, o per contribuire alla cattura e allo stoccaggio della CO2.