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La piattaforma di produzione idrogeno offshore da 500 MW

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I ricercatori del Fraunhofer ISE si sono riuniti con degli esperti aziendali per realizzare un sistema per l’elettrolisi dell’acqua di mare basato sulle cosiddette PEM, e produrre idrogeno offshore da 500 MW. 

La piattaforma di elettrolisi da 500 MW

Il team di ricerca del Fraunhofer Institute for Solar Energy Systems (ISE) ha sviluppato una piattaforma di elettrolisi da 500 MW che è possibile collegare direttamente ai parchi eolici offshore. In questo modo, si possono generare fino a 50.000 tonnellate di idrogeno dal mare. Ma novità più interessante è un’altra, e riguarda la capacità dell’impianto di autoalimentarsi grazie alle tecnologie PEM. 

Con il loro progetto, i ricercatori hanno dimostrato che la produzione di H2 offshore con elettrolisi non solo è tecnicamente fattibile, ma è anche molto economica, e può contribuire alla diversificazione della generazione del carburante in Europa.

Cosa sono le PEM e come trasportare l’idrogeno

Per PEM si intendono gli elettrolizzatori a membrana a scambio protonico, ovvero dei dispositivi che lavorano a densità di corrente elevante, facendo in modo che si riducano i costi operativi di sistemi complessi come quelli fotovoltaici ed eolici.

Avendo delle celle che raggiungono dunque delle temperature intorno ai 50-80 gradi centigradi, il calore residuo sviluppato dall’elettrolisi viene sfruttato per desalinizzare l’acqua. Ma non è finita qui.

I ricercatori hanno anche lavorato su come trasportare l’idrogeno, una volta che è stato prodotto in mare. Bisogna comprimerlo fino a 500 bar per poi caricarlo su una nave in mare.

L’idrogeno verde

L’idrogeno verde, al quale sono stati attribuiti dei criteri dalla Commissione europea, ha un ruolo importante nel raggiungimento degli obiettivi di zero emissioni e neutralità climatica al 2050. In particolare, quello generato dall’eolico offshore, può aiutare a soddisfare la futura domanda del carburante green, che si prevede possa crescere in modo repentino nei prossimi anni. 

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