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Copernicus, 2022 l’anno più secco degli ultimi due secoli (e anno nero per l’idroelettrico)

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Pubblicato il nuovo Rapporto dell’Osservatorio Copernicus sullo stato dei cambiamenti climatici in Europa. Allarmanti i dati sulle ondate di calore, sull’aumento della temperatura media e sulla scarsità di pioggia e neve che ha determinato un lungo periodo di siccità, il più lungo dal 1860 ad oggi.

Il nuovo Rapporto di Copernicus sulla situazione climatica in Europa

Dal 1870 (anno di riferimento dal quale sono sempre stati impiegati sistemi standard di rilevazione scientifica) ad oggi non si era mai verificato un periodo così secco in tutta l’Europa. Negli ultimi due secoli non si era mai registrato un periodo siccitoso così lungo ed esteso in termini di territori coinvolti, ma anche i fiumi non avevano mai toccato tutti assieme un punto di portata così basso rispetto alla media continentale.

La conferma è arrivata dal servizio europeo di osservazione del pianeta Terra, Copernicus – Europe’s eyes on Earth, che ha pubblicato il nuovo Rapporto “European State of the Climate 2022“.

Tra il 2021 ed il 2022 si sono registrati molti meno giorni di pioggia e di neve, di ghiaccio e di freddo, in tutti i Paesi europei. alcuni mesi, in particolar modo aprile e maggio 2022, hanno registrato dati di precipitazioni di molto al di sotto della media stagionale trentennale (1990-2020).

Poca neve nel 2022, poca acqua nei fiumi europei

Le poche piogge autunnali e primaverili, lo scarso innevamento, il caldo eccessivo anche in alta quota (con lo zero termico più volte vicino ai 4.000 metri di altezza), la fusione accelerata dei ghiacciai, hanno fatto sì che i fiumi diminuissero progressivamente di portata, fino alle immagini che tutti noi abbiamo visto dal vivo o in televisione del fiume Po in Italia, ridotto ai minimi storici anche in inverno (a fine marzo il fiume appariva come in agosto).

La mancanza di neve invernale e l’estate calda hanno portato a una perdita record di ghiaccio dai ghiacciai delle Alpi, più di 5 km2, si legge sull’Ansa.

Il 63% dei fiumi europei l’anno scorso è stato al di sotto della media 1991-2020, ed è stato il 6/o anno consecutivo di portate sotto la media per i corsi d’acqua del continente. Stessa sorte per il 73% dei laghi europei, che hanno visto abbassarsi il livello medio delle acque.

Sempre più caldo e siccitoso

Le temperature medie in Europa negli ultimi 5 anni, dal 2018 al 2022, sono state di 2,2 gradi Celsius sopra i livelli pre-industriali 1850-1900.

Secondo Copernicus, il Sud dell’Europa ha avuto il numero più alto mai registrato di giorni con “stress termico molto forte”, e il trend in tutta Europa è in crescita.

Secondo infine il Rapporto European State of the Climate (ESOTC), redatto dal Copernicus Climate Change Service (C3S), in collaborazione con il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF), il clima, già di per sé in fase di estremizzazione, risente sempre più dell’aumento costante delle concentrazioni di inquinanti in atmosfera e del processo di surriscaldamento glovbale.

La temperatura media del pianeta è ormai pericolosamente vicina al superamento dei +2°C, rispetto al livello preindustriale e l’Europa è il continente che si sta riscaldando più velocemente.

La crisi dell’idroelettrico

La scarsità di acqua piovuta dal cielo e la riduzione anche sensibile della portata dei corsi d’acqua ha avuto come effetto secondario il crollo della generazione di energia elettrica da impianti idroelettrici.

L’idroelettrico in Europa è passato dal 37-38% a poco più del 30% nel mix di fonti per la generazione di energia elettrica. In Italia il crollo è stato del 37% rispetto al 2021 ((quasi 17 TWh in meno) secondo i dati comunicati da Terna.

Giornalista

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