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CO2, ok a riforma UE del sistema di scambio ETS. Taglio emissioni industriali del 62% entro il 2030

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Il Parlamento europeo adotta definitivamente la riforma del sistema di scambio di quote di emissione, che includerà il trasporto aereo e marittimo, il meccanismo di adeguamento alle frontiere e il Fondo sociale per il clima. Nasce il Fondo sociale per il clima. Inizia l’era del pacchetto “Fit for 55”.

La riforma del sistema di scambio delle quote di emissioni in Europa

Il Parlamento europeo ha approvato la riforma del sistema di scambio di quote di emissione (ETS), con l’obiettivo confermato di raggiungere entro il 2030 un taglio complessivo delle emissioni industriali del 62% (rispetto al livello del 2005).

Con questo pacchetto e con la maggioranza molto ampia che abbiamo avuto l’obiettivo è fare in modo che gli Stati membri rispettino i loro obblighi. Non vedo alcun rischio di tornare indietro. Dopo le Europee, il Parlamento è stato ambizioso. Ci sono governi che sono piuttosto restii ad attuare tutto ciò – ha detto la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola in conferenza stampa – ma noi abbiamo avuto il mandato dai cittadini e abbiamo la responsabilità di mettere in campo gli obiettivi climatici“.

Il testo licenziato dall’Europarlamento, con 413 voti a favore e 167 contrari, prevede anche la graduale eliminazione delle quote gratuite per le imprese fra il 2026 e il 2034, mentre sarà ideato un sistema ETS anche per i carburanti che alimentano il traffico stradale su gomma e per l’edilizia. Ma non solo.

Come funziona l’ETS

Il sistema di scambio delle emissioni, noto anche come al principio del “chi inquina paga”, obbliga più di 11.000 centrali elettriche e fabbriche a richiedere un permesso per ogni tonnellata di CO2 che emettono.

Questo è un chiaro incentivo a inquinare meno: meno si inquina, infatti, meno si paga. Le industrie devono comprare queste quote attraverso aste e il prezzo segue le regole della domanda e dell’offerta. Alcune quote sono state date gratuitamente, per evitare che -in alcuni settori a rischio- le industrie si trasferissero in regioni con meno restrizioni ambientali.

Nel sistema ETS entrano anche i carburanti per il trasporto aereo e marittimo

In questi ultimi settori il sistema di determinazione dei prezzi delle emissioni partirà dal 2027. In caso di instabilità dei mercati energetici, con rincari delle materie prime, il sistema partirà del 2028.

Nella riforma del sistema ETS entrano anche le emissioni inquinanti generate dal trasporto aereo e marittimo, favorendo l’adozione di carburanti green con l’eliminazione (dal 2026 per il settore aereo) delle quote gratuite.

La riforma prevede la graduale eliminazione delle quote gratuite per tutte le imprese fra il 2026 e il 2034.

Il Fondo sociale per il clima

Per far fronte ai costi sociali ed economici legati alla transizione energetica, il Parlamento europeo ha anche votato per l’istituzione di un Fondo sociale per il clima, che sarà finanziato dai ricavi della messa all’asta delle quote di ETS II, fino a un importo di 65 miliardi di euro.

Il Fondo sarà finanziato con un ulteriore 25% di risorse nazionali, per un totale stimato di 86,7 miliardi di euro.

Parte il pacchetto “Pronti per il 55% entro il 2030”

Complessivamente sono state approvate cinque leggi, frutto di accordi raggiunti con i paesi dell’UE alla fine del 2022, che fanno parte del pacchetto “Pronti per il 55% entro il 2030”, la strategia dell’UE per ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, secondo quanto previsto dalla Legge europea sul clima.

I testi che hanno ottenuto il via libera dal Parlamento dovranno ora essere approvate formalmente dal Consiglio, per poi venire pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE.

Giornalista

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