Il fornitore Alléo Energy ha trovato un modo per trasformare gli scarti del legno in risorse energetiche e materie prime, come il diesel per le auto.
Uno dei primi impianti commerciali di diesel basato sulla lavorazione degli scarti del legno
Alleò Energy, fornitore di impianti di energia pulita negli Stati Uniti specializzato nella conversione di rifiuti in prodotti di alto valore e 100% rinnovabili, ha prodotto uno dei primi impianti commerciali di diesel basato sulla lavorazione degli scarti del legno.
Questa nuova tecnologia è stata implementata in uno stabilimento a Bay Minette, in Alabama, ed è stato ottenuto, per la prima volta, un diesel sostenibile, ricavato da rifiuti e pronto a rispondere alle esigenze di più settori.
L’azienda americana ha spiegato, per esempio, che questo sistema può essere sfruttato per l’aviazione sostenibile, ma anche per la produzione del biocarburante per qualsiasi tipo di motore a scoppio.
Come si ottiene il ‘diesel rinnovabile’
Per ottenere combustibile diesel rinnovabile vengono adoperati materiali provenienti da rifiuti forestali, tra cui biomassa colpita da incendi, costruzioni, demolizioni o resti di rifiuti agricoli, che vengono poi scaldati in un ambiente privo di ossigeno, quindi senza combustione.
Ciò che poi si ricava è un residuo solido, un carbone vegetale chiamato ‘biochar’ e usato, di solito, come fertilizzante. Nello stesso tempo, durante la lavorazione, viene generato distillato di legno, che può essere impiegato per proteggere le piante da malattie e agenti patogeni.
Infine, dal gas di sintesi dell’intera procedura, si ottiene il cosiddetto ‘diesel rinnovabile’, e dunque il prodotto finale.
I biocarburanti: le pressioni dell’Italia
Questa nuova tecnologia brevettata negli Usa introduce l’argomento dei biocarburanti, oggetto di discussione tra l’Unione Europea e l’Italia che li ha sempre sostenuti, chiedendo alle istituzioni di inserire una deroga nel Regolamento sullo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035 per permetterne la vendita.
Con le pressioni esercitate dal Ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica e dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il tema è ancora sul tavolo del Consiglio europeo, e non si sa cosa verrà deciso.