“Con una logica municipale e campanilista si fa molto poco”. Il Presidente dell’Uncem, Marco Bussone, ha scritto una lettera al Ministro Dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, in cui descrive le criticità legate allo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili, suggerendo i modi per evitare che una grande opportunità si traduca in un tentativo effimero.
CER per cambiare il paradigma energetico nazionale
Con la creazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili, ormai è chiaro, dovrebbe cambiare il paradigma legato alla produzione e al consumo di energia nel nostro Paese. In linea con gli obiettivi internazionali di decarbonizzazione, questa nuova entità fortemente voluta dall’Unione Europea e per cui si attende il via libera anche in Italia, dovrebbe infatti essere uno strumento nelle mani di enti comunali, cittadini, imprese private, istituti pubblici, volto ad accelerare la transizione energetica ed ottenere benefici immediati sul territorio da questo processo.
L’interesse degli Enti locali
Per tutti questi validi motivi, è moltissimo l’interesse riscontrato da parte di Enti locali, Comuni grandi e piccoli, che vogliono azionarsi in tal senso, ed altrettanto grande è l’attenzione mostrata sull’argomento da tecnici, professionisti e i diversi player dell’energia. Tuttavia, per evitare che questa importante opportunità si traduca in effimera, andando ad alimentare la confusione che purtroppo regna nel settore a causa del ritardo normativo, vanno superate alcune criticità.
Le criticità da affrontare sulle Comunità Energetiche Rinnovabili
Come riferisce Marco Bussone, Presidente dell’Uncem, (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani), in una lettera indirizzata al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, in tema di Comunità Energetiche è preoccupante “ la costante presenza, in particolare vicino ai Municipi, di società grandi e piccole di consulenza, anche con fondi di investimento alle spalle, che millantano apparenti soluzioni facili per Sindaci che faticano ad orientarsi su temi complessi. Soluzioni che abbiamo chiesto ai primi cittadini di evitare e respingere.”
La corsa agli incentivi PNRR
La preoccupazione espressa dal Presidente, oltre all’inevitabile cambio culturale di paradigma che dovrà riguardare tutti gli attori coinvolti, concerne soprattutto la corsa ai bonus e i finanziamenti. Un problema che, secondo Bussone, potrebbe risolversi mettendo i cittadini al centro e chiedendo ai Comuni di fare meno possibile sulle CER.
“Sulle Comunità Energetiche rinnovabili non possiamo fare errori, vogliamo evitare iniziative
speculative, limitare il fotovoltaico senza reali progetti delle comunità, evitare di avere una corsa agli incentivi PNRR e alle tariffe incentivanti da parti di soggetti che nulla hanno a che fare con le comunità. L’Amministrazione incoraggi e stimoli i cittadini, siano loro protagonisti.” spiega il Presidente dell’Uncem.
Il lavoro dei Comuni con E-Distribuzione
Bussone fa poi riferimento alle cabine primarie individuate sul territorio con il distributore di energia elettrica, e alla volontà di non concentrarsi esclusivamente sul fotovoltaico: “abbiamo iniziato un lavoro come Uncem con E-Distribuzione che ha pubblicato un mese fa la mappa delle cabine primarie. Abbiamo anche iniziato a lavorare per evitare di fare solo fotovoltaico, per capire ad esempio se la cogenerazione da biomasse, con piccoli impianti, sia efficace in particolare nelle aree non metanizzate.
Siamo convinti di poter avere un mix energetico e ancora una volta la differenza la facciano i cittadini e non le grandi imprese, o la finanza collegata alle trasformazioni del mercato dell’energia” afferma.
Fondamentale la collaborazione dei Comuni
“Vorremmo che i Comuni, sulla programmazione e sull’eventuale ingresso dell’Ente in Comunità energetiche, lavorassero insieme. Con una logica municipale e campanilista si fa molto poco. Lavoriamo affinché le Comunità energetiche rinnovabili e solidali siano un pezzo delle ‘Green Communities’ e che nel rinnovo delle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche si tenga conto dei territori. Sarebbe effimero e anche un po’ stupido che nei rinnovi i territori fossero distratti e tagliati fuori, mentre gli stessi territori, con comunità, Enti, imprese, lavorano sulle comunità energetiche” ha quindi concluso Bussone.