Lo scenario energetico europeo ha registrato un passaggio invernale tutto sommato indolore. Lo stesso si può dire per l’Italia, che grazie ad clima mite, ai maggiori livelli di efficienza energetica, ai comportamento virtuosi e al ricorso crescente alle fonti rinnovabili, è riuscita a superare indenne il periodo peggiore abbattendo i consumi. Le stime dello studio pubblicato dal think tank italiano Ecco e le criticità dell’inverno 2023-2024.
Leggi il rapporto “Risparmi: la cura efficace che ha fatto guarire il mercato del gas in Italia”
Meno peggio del previsto, consumi energetici ridotti grazie alle rinnovabili e i comportamenti virtuosi
La parola d’ordine è sempre stata consumare meno, in quest’ultimo anno. In alcuni momenti si è temuto il peggio per i mesi più freddi, ma alla fine lo scenario è migliorato nettamente, complice un inverno piuttosto mite per il nostro Paese e gran parte d’Europa, con i consumi in discesa.
Secondo le stime del think tank italiano per il clima Ecco, la domanda di gas naturale in Europa è diminuita di 330 miliardi di metri cubi nel 2022, contro i 380 del 2021. Come detto, un calo dovuto sia al meteo piuttosto favorevole, sia alla crescita delle fonti energetiche rinnovabili, come i 41 GW di energia solare e i 16 GW di energia eolica.
Stesso discorso per l’Italia che al taglio dei consumi del 10% circa raggiunto nel 2022 (rispetto al dato del 2021) si è aggiunto quello del 20% tra settembre 2022 e febbraio 2023 (rispetto allo stesso periodo dei tre anni precedenti).
“Le azioni di diversificazione hanno avuto un impatto positivo in termini di sicurezza del sistema in ottica di decarbonizzazione. Alcune possono essere considerate virtuose e andrebbero sostenute da politiche mirate all’efficienza energetica, quali ad esempio l’installazione di 500.000 pompe di calore e la migliore gestione del servizio di riscaldamento nell’inverno. Altre invece derivano da condizioni climatiche particolarmente miti e da una riduzione della produzione industriale e privazione del servizio”, si legge nel commento ai dati.
Il dato italiano in linea con l’Europa
La riduzione maggiore dei consumi energetici nel nostro Paese si è registrata nel settore domestico e civile, con un -21% negli ultimi sei mesi (rispetto alla media degli ultimi tre anni), con un risparmio di 6 miliardi di metri cubi di gas naturale.
Un risultato significativo in tempi di crisi energetica e di instabilità dei mercati di riferimento. Le stime dei ricercatori hanno attribuito questo risultato per un 5% al clima mediamente mite di questo inverno e per un 16% ai comportamenti virtuosi e alle politiche di risparmio.
Nello stesso periodo (settembre 2022 – febbraio 2023), nel settore industriale la riduzione dei consumi è stata del 20%, pari a 1,6 miliardi di metri cubi di gas naturale non bruciato. In questo caso i ricercatori hanno conferito gran parte del merito all’efficienza energetica, ad un mix di fonti energetiche più ampio, alla riduzione della produzione.
Considerando quanto avrebbe dovuto fare l’Italia nel Piano di risparmio energetico fissato dall’Europa, che prevedeva tra agosto 2022 e marzo 2023 un taglio dei consumi del 15%, ma per noi circa il 7%, “la capacità di risparmio attivata dai consumatori è stata maggiore di quanto stimato dalle politiche europee e italiane durante i mesi più caldi della crisi”.
Con maggiore capacità rinnovabile avremmo raggiunto risultati migliori
Avremmo fatto anche meglio con una capacità maggiore di solare ed eolico, ma il nostro Paese non ha brillato finora in questo settore. Nel 2022 abbiamo cumulato più di 3 GW di potenza installata, il 109% in più sull’anno precedente, ma il 200% in meno rispetto alla media annuale necessaria al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione europei da raggiungere entro il 2030.
Secondo l’Osservatorio Anie Rinnovabili la burocrazia ancora rappresenta una grande barriera alla crescita delle rinnovabili in Italia. La filiera c’è, ma l’azione del Governo è stata rallentata da voci contrastanti al suo interno, da una visione ideologica dell’argomento e dalle barriere che la burocrazia riesce ancora a porre sul cammino verso la decarbonizzazione del sistema Paese.
Le (difficili) previsioni per l’inverno 2023-2024
Lo studio affronta anche il capitolo “Previsioni inverno 2023-2024”. Qui la questione si fa un più complessa, perché al momento non è dato sapere cosa accadrà in termini di effetti negativi della guerra in Ucraina sul mercato energetico mondiale, ma anche di approvvigionamenti (quanto sono affidabili i Paesi a cui ci siamo rivolti?).
Se avremo la completa chiusura delle forniture russe dalla Russia cosa potrebbe accadere nella seconda parte dell’anno? Se dall’Algeria si ridurranno le forniture in che modo le sostituiremo? Non è facile rispondere a queste domanda in anticipo, ma è certo che l’Europa e l’Italia dovranno puntare con maggior forza sulla rimodulazione della domanda, sul taglio dei consumi, su un livello più elevato di efficienza energetica e un ricorso massiccio alle fonti energetiche rinnovabili.
Le azioni di risparmio hanno permesso di rafforzare il sistema energetico nazionale mantenendo a fine inverno il livello degli stoccaggi al 57%. E questo è un buon punto di partenza per il prossimo periodo freddo.
In più, scommettendo su uno “scenario di decarbonizzazione”, che ipotizza l’attuazione di politiche a sostegno delle azioni di risparmio ed efficienza – che da sole abbassano i consumi di oltre il 14% – e dello sviluppo delle rinnovabili per 10 GW/anno, è possibile riportare in sicurezza il sistema energetico nazionale: “anche nel caso si verifichi un inverno con temperature particolarmente rigide e si realizzi lo scenario di scarsità per l’offerta di gas”.
Il futuro deve essere più green, le azioni da compiere
Lo studio provvede inoltre a suggerire degli interventi in chiave di decarbonizzazione ormai non più rimandabili. È anzi necessario accelerare concretamente con le rinnovabili e l’efficienza energetica, aprendo ad una vera e propria svolta nella transizione energetica e ecologica.
Le raccomandazioni:
- sostituzione delle politiche di sussidio al consumo con politiche di consolidamento dei risparmi e promozione dell’efficienza;
- il meccanismo di Ecobonus-Superbonus risulta una politica efficace per consolidare l’efficienza energetica nelle abitazioni e andrebbe reso una struttura permanente per accompagnare le ristrutturazioni delle abitazioni in coerenza con i nuovi obiettivi della direttiva UE sull’efficienza energetica (2012/27/UE) e della direttiva EPBD in corso di negoziazione (2010/31/EU così detta “Case Green”);
- lanciare un piano per l’efficienza energetica e le rinnovabili nel settore industriale;
- l’installazione delle rinnovabili deve essere assicurata attraverso un completamento del processo di semplificazione delle procedure autorizzative;
- la fiscalità e la parafiscalità delle tariffe deve essere rivista in funzione di obiettivi di salvaguardia dei consumatori senza rinunciare agli obiettivi di sicurezza e decarbonizzazione dei sistemi energetici.