La Germania e altri sei Paesi Ue avevano posto un freno alla riforma europea del mercato elettrico, inviando una lettera a Bruxelles per richiedere degli interventi più mirati. Ma Berlino adesso cambia idea e si dichiara pronta a dire di sì e ad abbandonare le precedenti richieste.
La riforma e il no di alcuni Paesi
La Commissione europea ha pubblicato martedì (14 marzo) la sua proposta di riforma del mercato dell’elettricità basata sulla lotta alla volatilità dei prezzi del gas, al fine di proteggere i consumatori e incentivare le rinnovabili.
Ma, ancor prima di chiudere l’iter di consultazione con le parti interessate e il settore industriale, Bruxelles ha ricevuto una lettera congiunta di sette Paesi (Germania, Danimarca, Paesi Bassi, Finlandia, Lussemburgo, Lettonia ed Estonia) che hanno avanzato delle richieste per ottenere degli aiuti più mirati e un testo che si concentri di più su una transizione verso un sistema a basse emissioni di CO2, al minor costo possibile per i cittadini e al fine di garantire la sicurezza dell’approvvigionamento.
Unione europea divisa
La lettera ha dato l’idea di un’Unione europea divisa sull’argomento, mostrando da una parte i Paesi del Nord Europa, guidati dalla Germania, contrari a qualunque intervento di peso strutturale sul mercato elettrico europeo; e dall’altro Spagna e Francia, sostenute anche dall’Italia, favorevoli a una riforma che comprenda anche il disaccoppiamento dei prezzi del gas dall’elettricità, per evitare il cosiddetto ‘effetto contagio’.
La Francia aveva espresso la propria opinione dichiarando che l’attuale sistema di prezzi marginali è “assurdo”, perché lascia che siano i combustibili fossili, come il carbone e il gas, a dettare i costi dell’elettricità.
La Germania inizialmente si era opposta alle pretese di Parigi, affermando che la decisione necessitava di tempo e non doveva essere presa prima delle elezioni europee nella primavera del 2024. Ma adesso la situazione è diversa.
Berlino cambia rotta
Berlino adesso fa marcia indietro e ritiene che la riforma possa essere adottata rapidamente, purché non sia di portata eccessiva e rimanga vicina a quella avanzata dalla Commissione.
Tuttavia, il governo tedesco resta cauto, e avverte gli altri leader europei che per avere dei cambiamenti di più ampia portata nel mercato elettrico Ue ci vorrà del tempo, e servirà anche un’analisi completa dei costi-benefici.