Qual è lo stato dell’arte sulle Comunità energetiche rinnovabili? Certezza normativa, ulteriore semplificazione degli iter autorizzativi e sostegno concreto alle realtà delle energie rinnovabili, dall’eolico, al fotovoltaico, all’ idroelettrico. Queste le richieste poste dalle Associazioni al viceministro Vannia Gava durante il convegno degli Stati Generali delle Fonti Rinnovabili, tenutosi a Rimini in occasione di K.ey, the Energy Transition Expo, l’evento sulla transizione energetica in programma dal 22 al 24 marzo.
Gli Stati Generali delle Fonti Rinnovabili
“Il decreto sulle Comunità energetiche è stato notificato a Bruxelles, spero che non ci mettano un anno ad approvarlo” così ha esordito durante il convegno degli Stati Generali delle Fonti Rinnovabili tenutosi a Rimini, il viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Vannia Gava. La tavola rotonda, organizzata in occasione di K.ey, the Energy Transition Expo, l’evento sulla transizione energetica in programma dal 22 al 24 marzo nella città Romagnola, ha visto intervenire numerose Associazioni, tra cui ANEV, Cib, Elettricità Futura, Federidroelettrica, Italia Solare, Anie Rinnovabili, Assoidroelettrica e Coordinamento FREE. Tema centrale del convegno, le fonti rinnovabili, lo stato dell’arte, le posizioni associative e i provvedimenti in via di attuazione per favorire lo sviluppo del settore per la lotta al cambiamento climatico, ma anche il rilancio di economia e occupazione.
Le novità del DL Acqua
Nel corso del convegno, il viceministro Gava ha voluto rimarcare la posizione del Governo sulle fonti rinnovabili, facendo riferimento alle semplificazioni delle procedure autorizzative adottate, che hanno portato al via libera a 12 gigawatt di nuovi impianti.
Tuttavia, riconoscendo le difficoltà procedurali ancora evidenti presso Regioni e Comuni, la rappresentante del Ministero ha voluto rassicurare le realtà presenti, affermando che nel Dl Acqua sia stata inserita una specifica clausola a riguardo: se le Regioni non danno l’autorizzazione, la darà il governo.
“Stiamo adottando il decreto sulle aree idonee, insieme al ministero della Cultura e a quello dell’Agricoltura – ha proseguito Gava -. Darà le linee guida alle Regioni per l’installazione degli impianti“. “Inoltre – ha aggiunto “abbiamo ridotto la ‘buffer zone’ (zona cuscinetto, n.d.r.) fra gli impianti e le abitazioni da 7 a 3 chilometri per l’eolico, e da 1 chilometro a 500 metri per il fotovoltaico“. La viceministra ha definito “importante” anche lo snellimento delle procedure per il revamping dell’idroelettrico, richiesto dalle imprese del settore.
Le richieste del settore eolico
Tra le Associazioni più proattive degli Stati Generali, l’Anev, l’associazione per l’energia del vento, che nel corso del convegno ha chiarito le esigenze del settore eolico nel lungo periodo. Il Presidente Simone Togni ha, infatti, chiarito che ciò di cui il settore eolico ha bisogno è di avere una visione lungimirante, con azioni di sostegno. Si è fatto dunque riferimento alla proposta di allungare i meccanismi di asta, al nuovo Decreto FER per il periodo 2024 – 2030, così come alla risoluzione delle procedure VIA bloccate che finiscono in Consiglio dei Ministri per poter proseguire il loro iter. L’Associazione ha specificato che il settore, per fa sì che le aziende possano investire avendo contezza del futuro della propria attività, non ha bisogno di incentivi, bensì di certezza normativa.