Il settore energetico è responsabile di quasi il 40% delle emissioni totali di metano attribuibili all’attività umana, secondo solo all’agricoltura. L’ultimo Rapporto IEA evidenzia, nel computo, la preponderanza della attività industriali relative a carbone, petrolio e gas naturale, responsabili ciascuna di circa 40 milioni di tonnellate di emissioni e quasi 5 milioni di perdite dalle apparecchiature di uso finale. Circa 10 Mt di emissioni derivano dalla combustione incompleta di bioenergia, in gran parte dall’uso tradizionale della biomassa.
135 milioni di tonnellate di emissioni di metano nel 2022
Secondo i dati IEA, Agenzia Internazionale per l’Energia, il settore energetico globale è stato responsabile di quasi 135 milioni di tonnellate di emissioni di metano nel 2022, un leggero aumento rispetto alla quantità del 2021. Nel dettaglio, le attività industriali relative a carbone, petrolio e gas naturale sono responsabili ciascuna di circa 40 milioni di tonnellate di emissioni e quasi 5 milioni di perdite dalle apparecchiature di uso finale. Circa 10 Mt di emissioni derivano dalla combustione incompleta di bioenergia, in gran parte dall’uso tradizionale della biomassa. Il settore energetico, preso nel suo complesso, è responsabile di quasi il 40% delle emissioni totali di metano attribuibili all’attività umana, secondo solo all’agricoltura.
Global Methane Tracker IEA per ridurre le emissioni di metano
Il metano è responsabile di circa il 30% dell’aumento delle temperature globali dai tempi della seconda rivoluzione industriale. Ormai è universalmente noto che riduzioni rapide e sostenute delle emissioni di metano siano fondamentali per limitare il riscaldamento globale e migliorare la qualità dell’aria, tuttavia dai dati che periodicamente ci vengono sottoposti, il comparto dei combustibili fossili non sta facendo abbastanza. Il Global Methane Tracker dell’IEA è uno strumento nato proprio allo scopo di offrire una panoramica completa delle opzioni esistenti per velocizzare le operazioni sui combustibili fossili
Quest’anno, per la prima volta, il Tracker dell’Agenzia Internazionale per l’Energia,
include le opportunità e i costi per ridurre le emissioni derivanti dalla fornitura di carbone, cercando di porsi come leva nei confronti degli operatori più restii al cambiamento.
“Diminuire il consumo di metano è tra le opzioni più economiche per arginare il riscaldamento globale a breve termine”, ha dichiarato il direttore esecutivo della IEA, Fatih Birol, in un comunicato. “Non ci sono scuse”.
L’incapacità dell’industria nella riduzione delle emissioni di metano
La IEA, nel suo ultimo rapporto, denuncia l’incapacità dell’industria dei combustibili fossili,
di ridurre le emissioni di metano. L’Agenzia riporta che con la tecnologia attuale ci sarebbe la possibilità di ridurre circa il 70% delle emissioni di metano derivanti dalle operazioni sui combustibili fossili. Nel settore petrolifero e del gas, con un investimento modesto, pari a meno del 3% dei guadagni ottenuti nel 2022 dalle compagnie energetiche, a livello mondiale, le emissioni possono essere ridotte di oltre il 75% implementando misure ben note come il rilevamento delle perdite, i programmi di riparazione e l’aggiornamento delle apparecchiature. Inoltre, nel settore del carbone, più della metà delle emissioni di metano potrebbe essere ridotta sfruttando al massimo l’utilizzo del gas delle miniere di carbone o, qualora il recupero energetico non sia praticabile, mediante tecnologie di flaring o ossidazione.
Necessario intervento più severo della Commissione Ue su rilascio di metano nell’atmosfera
Secondo i deputati del Parlamento europeo sulla proposta di regolamento presentata dalla Commissione per ridurre il rilascio di metano nell’atmosfera, quest’ultima dovrebbe intervenire con maggiore severità sulle importazioni di combustibili e affrontare il problema delle emissioni di gas serra al di fuori dell’Europa.