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Il Dipartimento dell’Energia degli Usa investirà fino a 75 milioni di dollari per l’elettricità geotermica 

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“Fino a 75 milioni di dollari per produrre più energia geotermica”. Lo ha dichiarato mercoledì scorso il Dipartimento dell’Energia statunitense.

La geotermia negli Usa

Secondo il Dipartimento governativo, la geotermia genera attualmente circa 3,7 gigawatt di elettricità negli Stati Uniti, ma potrebbe arrivare fino a 90 gigawatt entro il 2050.

“I progressi nei sistemi geotermici potenziati sono importanti per produrre più energia nelle regioni in cui, fino a poco tempo fa, era impensabile utilizzare questa fonte alternativa”, ha dichiarato in un comunicato il Segretario all’Energia degli Usa, Jennifer M. Granholm.

Verranno organizzate delle dimostrazioni pilota per dimostrare e far capire com’è possibile sfruttare il calore prodotto da fonti geologiche presenti nel sottosuolo per inquinare meno l’ambiente e sostenere la transizione energetica, e gran parte dei finanziamenti saranno destinati a tecnologie innovative. 

I vantaggi dell’energia geotermica

Come tutte le fonti alternative, l’energia geotermica garantisce numerosi vantaggi: è sempre disponibile; non necessita di grandi spazi come potrebbero essere invece fondamentali per installare pale eoliche o pannelli fotovoltaici; realizzare impianti longevi e sicuri non prevede eccessivi rumori e dunque si potrebbe parlare di ‘un’energia silenziosa’; può funzionare ininterrottamente; permette un doppio riciclo; aiuta i consumatori a risparmiare nelle bollette. 

Altra caratteristica dei sistemi geotermici è che possono essere adoperati non solo per riscaldare l’ambiente, ma anche per raffreddarlo e che, come confermato più volte da GSE, il Gestore dei servizi energetici, costruirli necessita di molta manodopera e crea dunque posti di lavoro. 

La geotermia in Italia

Secondo gli ultimi dati forniti dall’operatore energetico Terna che fanno riferimento al 2022, ad essere cresciute in Italia sono soprattutto la produzione di carbone e la copertura della domanda elettrica da fonti energetiche non rinnovabili. Queste ultime, infatti, hanno soddisfatto il 55,3% del fabbisogno elettrico di 316,8 TWh, circa quattro punti percentuali in più rispetto al 51,2% di due anni fa. 

Sull’utilizzo di fonti pulite, se non per il fotovoltaico, non si registrano dunque grandi passi avanti, secondo i dati messi a disposizione dalla società, e la produzione di energia rinnovabile è calata, in generale, del 13% rispetto al 2021. Nel geotermico, c’è stata una riduzione percentuale dell’1,6%. Il settore fotovoltaico è l’unico ad aver registrato un aumento dell’11,8%. Terna, in generale, ha anche previsto nel Piano Industriale 2021-2025 un investimento complessivo nelle rinnovabili di 10 miliardi di euro.

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