Roma, 22/11/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Case green. in Europa c’è timore sui costi, in Italia si chiedono detrazioni fiscali fino al 2030

11
Home > Policy > Policy Italia > Case green. in Europa c’è timore sui costi, in Italia si chiedono detrazioni fiscali fino al 2030

Dall’Italia e dalla Germania si alzano voci critiche sulla direttiva dell’Unione europea sull’efficientamento energetico degli immobili pubblici e privati. La misura è percepita come giusta, ma c’è timore sui costi elevati dell’operazione, sui tempi brevi e le possibili ricadute negative sul settore edilizio e immobiliare. La proposta della Fire per pianificare gli interventi sulle case degli italiani.

La direttiva della discordia

Secondo Bruxelles in Italia ci sarebbero 3-4 milioni di case con scarso livello di efficienza energetica. Stando ai dati di Confedilizia il numero esatto supererebbe le 10 milioni di unità, per l’Associazione costruttori edili (Ance) si arriverebbe a 9 milioni.

Di fatto, il problema è che nel nostro Paese troppi immobili residenziali sono da ristrutturare e la direttiva europea sull’efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati (Energy performance of buildings directive, o Epbd) inizia a mettere paura in tutto il vecchio continente.

Vista la bozza di direttiva a cui si sta lavorando in Europa, da noi bisognerebbe intervenire in due case su tre per migliorare i livelli di efficienza energetica degli immobili e portarli così tutti in “classe E” entro il 2030 e in “classe D” entro il 2033 (le classi sono in tutto dieci, dalla più alta A4 alla più bassa G).

Effettuando questa transizione energetica degli edifici si ottiene un taglio sui consumi del 25% circa, mentre tra il 2040 ed il 2050 si dovrebbe tutti giungere ai tanto agognati edifici (quasi) zero emissioni A4.

Cresce il partito del NO in Europa

Obiettivi condivisibili, ma perché allora c’è opposizione in tutta Europa? in effetti si registra maretta nel Partito popolare europeo, che è maggioranza nell’ala destra del Parlamento europeo (soprattutto su spinta della Cdu tedesca, secondo ilgazzettino.it).

I costi potrebbero essere molto alti e risultare quindi indigesti al settore edilizio e immobiliare dell’interno continente.

Dopo le posizioni contrarie del Governo Meloni, soprattutto per voce del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, lo stesso Partito Democratico italiano, con l’eurodeputata Patrizia Toia, si chiede se davvero questa misura così discussa sia sostenibile a livello economico e anche tecnico, sia per i tempi stretti, sia per i costi, sia per la mancanza di forza lavoro competente.

La proposta della Fire: piano di detrazioni fiscali fino al 2030 (almeno)

Sull’argomento scottante, su cui inizierà a lavorare l’Europarlamento dal 9 febbraio prossimo (dopo la richiesta di proroga straordinaria di due settimane, dalla data precedente del 24 gennaio), si è espressa anche la Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia o Fire.

Secondo quanto riportato dall’Adnkronos oggi, l’associazione avrebbe proposto “un programma di medio-lungo periodo di supporto agli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, idealmente esteso fino al 2030, basato sulle detrazioni fiscali”.

La direttiva sostanzialmente è giusta, perché a fronte di un certo impegno iniziale, poi la ricaduta dei vantaggi economici di abitare in case con una migliore efficienza energetica (e non solo) sulle famiglie sarà evidente a tutti.

Essendo i tempi di ritorno di tali investimenti non brevi in assenza di incentivi, è ovviamente necessario garantire la disponibilità politiche di supporto in grado di rendere economicamente sostenibile questo percorso. E questo riteniamo sia del tutto fattibile“, si legge nella nota Fire.

Giornalista

Articoli correlati