Roma, 21/11/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Infrastrutture energetiche, in Italia servono investimenti per 182 miliardi di euro entro il 2030

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Sono valutati in 182 miliardi di euro gli investimenti previsti entro il 2030 in infrastrutture energetiche, che si tradurranno potenzialmente in un valore aggiunto totale di 320 miliardi di euro, ma solo se si coglieranno a pieno tutte le potenzialità della transizione energetica e nei tempi previsti.

La transizione energetica non si fa solamente sostituendo i combustibili fossili con l’elettrificazione, o anche l’idrogeno verde, ma soprattutto con nuove reti. Secondo uno studio di Confindustria Energia, dal titolo “Infrastrutture energetiche per una transizione sicura e sostenibile”, il percorso di decabonizzazione è legato all’accelerazione degli investimenti in infrastrutture energetiche sempre nel rispetto dei tempi previsti.

Lo scenario “sostenibilità integrata” elaborato da Confindustria Energia, per le scelte strategiche che il Paese dovrà compiere in questo settore, coglie al meglio le potenzialità del settore energetico nazionale e valuta in 182 miliardi di euro gli investimenti previsti nel periodo 2022-2030, che si tradurranno potenzialmente in un valore aggiunto totale di 320 miliardi di euro, nell’impiego di 380 mila unità di lavoro ed in una riduzione di emissioni pari a -127 milioni di tonnellate di CO2/anno entro la fine del decennio.

Intervenendo all’evento di presentazione dello studio, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha dichiarato: “La transizione ecologica è un percorso e le infrastrutture energetiche ne sono tappe fondamentali. La nostra è una visione di un sistema energetico con tante fonti interconnesse, con una pluralità di fornitori, senza mai dipendere da uno soltanto. La sfida è la generazione diffusa: dal centro erogatore a una ramificazione del sistema. Vogliamo costruire la nostra centralità, che significa soddisfare le esigenze italiane, ma anche diventare un punto di smistamento energetico in Europa, in linea con gli obiettivi ambientali e climatici che l’Italia ha sottoscritto”.

Solo costruendo una traiettoria di decarbonizzazione che parta da questo presupposto sarà possibile per l’Italia rispettare gli impegni presi in tema di clima e ambiente e allo stesso tempo traguardare tutti gli ambiziosi obiettivi dei programmi “Fift for 55” e “RepowerEU” al 2030 e del “Net Zero Carbon” al 2050.

Dal punto di vista della sostenibilità economica e sociale, invece, sarà fondamentale fare attenzione allo sviluppo delle nuove filiere, “che dovranno sostituire quelle in declino, valorizzando la riconversione e non la dismissione dei settori, salvaguardando occupazione diretta e indiretta, riconvertendo le professionalità e valorizzando le infrastrutture e i tessuti imprenditoriali locali esistenti”, ha spiegato il Presidente di Confindustria Energia, Giuseppe Ricci.

Secondo lo studio, entro il 2026 si potrebbero avviare cantieri per 62 miliardi di euro, primo segnale tangibile dell’accelerazione nella transizione energetica, con un punto di partenza concreto nelle infrastrutture critiche.

Giornalista

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