Uno studio dell’Università di Houston ha dimostrato che un impianto fotovoltaico può garantire un approvvigionamento continuo e più efficiente grazie al sistema di monitoraggio “non reciproco”, il meccanismo inverso rispetto a quello tradizionale.
Miglior rendimento e distribuzione h24
Il settore del fotovoltaico con il passare del tempo diventa sempre più all’avanguardia. Già in grado di garantire forniture affidabili e rendimenti crescenti, potrebbe essere arrivato a un punto di svolta.
Dagli ultimi studi è emerso che il sistema fotovoltaico potrebbe cambiare la sua funzionalità ottenendo un miglior rendimento con accumulo di energia e distribuzione 24 ore su 24.
Il fotovoltaico: la certezza dell’energia rinnovabile
Da anni le fonti rinnovabili migliorano il nostro stile di vita, offrendo la possibilità di un utilizzo più consapevole dell’energia. Attraverso il fotovoltaico i sistemi cambiano la loro circolarità energetica e garantiscono energia naturale tutto il giorno.
Gli studi sul sistema di monitoraggio non reciproco
Secondo lo studio dell’US Department of Energy Solar Energy Tecnologies Office e del National Renewable Energy Laboratory, nel 2035 avremo una fornitura elettrica su base solare del 40%, mentre arriveremo nel 2050 ad una percentuale del 45 %. Sempre se il processo di transizione energetica e la sperimentazione in tal senso continuino ad essere affiancate da opportune politiche di sostegno.
Proprio in materia di sperimentazione, le ultime ricerche dimostrano come il fotovoltaico possa generare energia rinnovabile in modo continuo e più efficiente, grazie al sistema di monitoraggio “non reciproco”.
Se con il sistema termofotovoltaico tradizionale l’energia assorbe fotoni del sole reciproci e ne garantisce un utilizzo immediato, col nuovo sistema, la circolarità ed assorbenza dell’energia è più duratura e stabile.
Si tratta del meccanismo inverso rispetto a quello tradizionale.
Boh Zhao, professore dell’Università di Houston, spiega esattamente che i “sistemi STPV non reciproci, utilizzano uno strato intermedio con proprietà radiative non reciproche” uno scenario più efficiente e una copertura più elevata. In sintesi, lo strato intermedio elimina l’emissione posteriore e incanala il flusso di fotoni verso la cellula, garantendo migliore efficienza.
Con il sistema attuale del termovoltaico tradizionale, vi è un deficit causato, secondo il professor Zhao, da una circolarità che passando dal fotovoltaico al sole limita l’efficienza finale della raccolta di energia.
Questa nuova scoperta garantisce una distribuzione energetica sempre più sostenibile e rinnovabile, con più copertura elettrica e ovviamente priva di emissioni di carbone.
di Antonella Lopreiato