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Reti elettriche nazionali, 500 milioni per renderle più resistenti all’estremizzazione del clima

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Il Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin: “In una fase delicata come quella attuale sul fronte energetico non è cruciale solo garantire nuove fonti e nuove connessioni, ma anche migliorare la sicurezza e la qualità della rete esistente”.

Aumentare la resilienza delle reti di trasmissione/distribuzione elettrica

Nel nostro Paese non solo abbiamo bisogno di una più diffusa e ammodernata rete per la trasmissione e la distribuzione dell’energia elettrica, ma anche di un’infrastruttura che sappia reggere agli eventi meteo più estremi, conseguenza diretta dell’estremizzazione del clima.

Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha annunciato l’approvazione di una misura da 500 milioni di euro per rendere le reti elettriche più resilienti, più resistenti ai cambiamenti climatici e gli effetti diretti ed indiretti del surriscaldamento globale.

Queste risorse serviranno a finanziare 31 progetti destinati proprio a migliorare la resilienza dell’infrastruttura elettrica nazionale entro il 2026, ovvero a ridurre la durata e l’entità delle interruzioni di corrente in caso di fenomeni climatici estremi, intervenendo su 22 reti di distribuzione e 9 di trasmissione

In una fase delicata come quella attuale sul fronte energetico – ha affermato il Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratinnon è cruciale solo garantire nuove fonti e nuove connessioni, ma anche migliorare la sicurezza e la qualità della rete esistente. L’entità degli eventi climatici estremi sul nostro territorio richiede interventi tempestivi per evitare possibili interruzioni di corrente e garantire la continuità dell’approvvigionamento per le famiglie e per il sistema produttivo”.

I progetti selezionati contribuiranno così a potenziare la resilienza della rete elettrica per un totale di circa 8.200 chilometri (circa il 63% dispiegati in aree del Centro-Nord e il 37% del Sud), di cui 1.700 relativi alla rete di trasmissione e 6 mila e 500 alla rete di distribuzione, raddoppiando l’obiettivo dell’investimento fissato dal PNRR in 4 mila chilometri di rete.

Cambiamenti climatici e danni sui territori, gli studi

Un lavoro fondamentale da compiere con la massima rapidità e dedizione, perché il problema del clima e degli eventi atmosferici violenti è concreto e riguarda tutti noi.

Proprio ieri il Met Office britannico ha pubblicato un nuovo studio sulla temperatura media globale, che è stimata tornare a crescere con maggior forza nel 2023 tra +1,08 e +1,32°C oltre la media del periodo preindustriale (1850-1900).

Arriviamo quindi al decimo anno consecutivo con una temperaturea media del pianeta superiore a 1°C rispetto al periodo di riferimento.

Temperature più alte favoriscono anche fenomeni meteo più estremi, con gravi danni alle infrastrutture, spesso energetiche.

Vale la pena ricordare, visto che in tanti ancora avanzano dubbi sulla reale portata distruttiva di questi eventi meteorologici sempre più forti, che tra il 2010 ed il 2022 solo in Italia se ne sono registrati ben 1.503 di questi fenomeni violenti, che hanno coinvolto 780 Comuni e causato la morte di 280 persone, secondo stime dell’Osservatorio CittàClima 2022.

Di questi, 531 hanno riguardato proprio le nostre infrastrutture energetiche, idriche e dei trasporti. Ecco perchè bisogna anche aggiungere che una buona transizione energetica si fa solo con delle reti di nuova concezione.

Giornalista

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